venerdì 11 giugno 2010

Web-journalism: dilettanti allo sbaraglio? - Impronta#1

"Il 90% di qualsiasi cosa è spazzatura" - Theodore Sturgeon 

Luca Rinaldi: Attenzione ai falsi allarmismi: l'emendamento D'Alia è abrogato dal pacchetto sicurezza, ma la democrazia rimane in pericolo

  • La produzione su vasta scala di notizie amatoriali mina la qualità dell'informazione grassroots?
  • La Rete, la blogosfera dell'informazione e gli utenti hanno degli anticorpi contro il virus dell'informazione scadente?
  • In Rete circola più cattiva informazione che altrove?
La prima impronta digitale è di Luca Rinaldi: info-blogger ed esperto di informazione.


Sperando di non tediarvi, risponderò in modo "lampo" ai tre importantissimi e intelligenti quesiti posti da Claudio, che ringrazio per avermi citato nella sua prima “impronta digitale”.

Per cominciare credo che a oggi l'informazione tutta riesca benissimo ad, passatemi il termine, "autominarsi". Incompletezza, e faziosità stanno in prima pagina sui giornali, figuriamoci tra le pieghe dell'informazione "dal basso". E' chiaro che anche per quanto riguarda le news "grassroots" ne esistono di ottime, buone e disastrose. Certo, la cattiva informazione, soprattutto quella grassroots, sia amatoriale o meno, è sempre un elemento di cui chi fa correttamente il proprio mestiere farebbe volentieri a meno. Si perde in credibilità e in possibilità evolutive. Senza qualità è difficile anche immaginare un modello economico vincente per l'informazione grassroots non amatoriale.

Ogni utente ha una propria "storia digitale" con anticorpi sviluppati in misura proporzionale alle proprie esperienze. Questo conta ancora di più quando si parla di informazione. Complessivamente credo che il livello degli anticorpi alla cattiva informazione sviluppato dagli utenti sia ancora piuttosto basso. Esempio lampante è proprio questa storia che tu citi del famigerato "emendamento D'Alia", rilanciato, dopo un anno e mezzo dalla sua abrogazione, continuamente sui social network. Il discorso è praticamente analogo per la blogosfera dell'informazione, spesso più incline a "gridare" nello scontro politico e all'autoreferenzialità che ad analizzare in concreto attenendosi ai fatti. I pesci da catturare nella rete sono sempre tantissimi, tant'è che perfino un professionista dell'archivio come Marco Travaglio è caduto nella trappola emendamento D'Alia (salvo poi rettificare meno di 24 ore dopo). Un consiglio spassionato che posso dare agli internauti dell'informazione è quello di puntare su blog con molti riferimenti a documenti ufficiali, soprattutto per quel che riguarda attività legislative e simili.

In rete viaggia tanta cattiva informazione quanta ne viaggia sulla carta. Semplicemente le notizie viaggiano più velocemente di profilo Facebook in profilo Facebook. Una cattiva informazione on-line pregiudica soprattutto il lavoro di coloro che agiscono in modo più analitico e tutto diventa pretesto per dire "l'informazione sul Web non è attendibile". Ci perdiamo tutti, per cui il consiglio che do ai turisti dell'informazione libera è sempre quello di controllare, quando possibile, più fonti possibili. Il Web offre questa grande possibilità, perché non sfruttarla?

Luca Rinaldi - Post da una Demopazzia (http://lucarinaldi.blogspot.com/)

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