giovedì 21 ottobre 2010

Secondo Convegno Nazionale sulla Narrazione d'Impresa

Qualcosa sta per succedere.

I paradigmi del passato si sgretolano, quelli di ieri (per non dire dell'altro ieri) arrancano e quelli di oggi già tentennano.

Ci procuriamo schemi interpretativi come si compra una libreria all'Ikea: usciamo, compriamo, apriamo la confezione, prendiamo le istruzioni, le mettiamo da parte e rimontiamo sul momento sperando che alla fine non ci resti in mano la brugola portante Tikkaps e che il povero Mammut di E. A. Poe che ci siamo appena comprati in saldo non debba prepararsi a un faccia a faccia col pavimento (che probabilmente finirebbe per avere la meglio).

In tutto questo ognuno di noi (uomini, donne, professionisti, ... ma anche imprese, enti e istituzioni) vuole ancora dire la sua, senza che il resto del mondo smonti la nostra identità in particelle di senso subatomiche stravolgendoci la vita.

Allora che si fa?


Cercheremo di capirlo lunedì, nell'Aula Magna dell'università di Pavia dalle 10.00 alle 18.00.
Con una pausa nel mezzo, perché con tutto questo smonta e rimonta di sicuro ci verrà fame...

http://www-storytellinglab.org/
http://www.storytellinglab.org/OS/eventi/narrare-il-consumo.html

martedì 12 ottobre 2010

Raccontare, emozionare, coinvolgere - Manifesto #9



Il video raggiunge i 2:58 e io sono completamente perso.
O preso, se preferite...

E' il miracolo di una bella storia. Quello che, chiuso il libro, ti fa venire voglia di prendere, alzarti e fare qualcosa. Condividere la mia esperienza con qualcuno, per esempio. O trovare un modo per portare l'emozione di questo racconto fuori dal margine dello schermo, portarla nel mio mondo.

Non ho ancora voglia di capire cosa ci sia dietro al miracolo.

Vivere una bella storia è come amare: i perché sono superflui.

Allora mi godo un altro po' d'emozione e lascio a voi il resto...
... per qualche tempo.

venerdì 1 ottobre 2010

"Ehi, sono qui!", geolocalizzazione e social network - Manifesto #8

Il paradigma della presenza personale si prepara a un nuovo salto. "Essere online" sarà un requisito cruciale per la nostra raggiungibilità nel mondo materiale, e non più solo nel mondo virtuale.

Essere su Facebook, come essere raggiungibile.


E' stata con ogni probabilità la prima motivazione che la maggior parte di noi ha avuto per iscriversi a Facebook. Prima ancora che una piattaforma di condivisione dei contenuti (gli utenti attivi in questo senso sono probabilmente una stretta minoranza), Facebook si è affermato come aggregatore di relazioni. Attraverso Facebook possiamo gestire rapporti a più livelli (dal vago conoscente all'amico più stretto, dal collega al familiare) in modo efficace. Siamo in grado di tenere attiva una rete sociale più ampia che in passato, facilitando i rapporti con i nodi periferici.

Il nostro compagno di classe del liceo non è più un personaggio del passato: in qualunque momento possiamo contattarlo e riattivare il nostro rapporto. Il contatto avviene sul web, ma in qualunque momento può essere tradotto nel mondo materiale.

Sui social network il web diventa relation-oriented. Il contenuto perde importanza come oggetto indipendente e ne acquista come veicolo di significato - ovvero valore di condivisione.

La geolocalizzazione: un passo avanti nell'integrazione tra web e vita sociale.


Cosa succede quando cominciamo a segnalare la nostra presenza fisica nel mondo materiale attraverso il mondo virtuale? Come cambierà il nostro "esserci" quando la connettività mobile entrerà nel quotidiano? Che ruolo avrà la geolocalizzabilità nell'interazione con gli altri?