giovedì 5 dicembre 2013

enricolettachefa: Enrico Letta che vuole proprio provare le...





enricolettachefa:



Enrico Letta che vuole proprio provare le nuove supposte effervescenti



Com’è, come non è… ma la contronarrazione sui social rende divertente anche la politica




via Tumblr enricolettachefa: Enrico Letta che vuole proprio provare le...

mercoledì 13 novembre 2013

venerdì 11 ottobre 2013

mercoledì 9 ottobre 2013

rabornmedia: Check out this infographic showing the age...





rabornmedia:



Check out this infographic showing the age distributions on different social media sites.



Quali fasce d’età sui diversi social network?




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giovedì 26 settembre 2013

Ebook "Transmedia Storytelling - Raccontarsi oltre il racconto"

E’ online "Transmedia Storytelling - Raccontarsi oltre il racconto": il primo di una serie di ebook a mia firma dedicati al Transmedia Storytelling.

In questo ebook una prima introduzione al tema:
  • Che cos'è il Transmedia Storytelling?
  • A cosa serve? A chi si rivolge?
  • Quali sono i suoi principi fondamentali?
  • La mia narrazione è o non è Transmedia Storytelling?
L’ebook è disponibile in formato PDF e EPUB, ed è stato curato da Storyfactory, che ha già pubblicato l’ebook "Corporate Storytelling – L’ago e il filo del racconto"

giovedì 4 luglio 2013

La morte del "Web Cartaceo"

C'era una volta l'Età dell'oro del Web. I contenuti erano rigorosi, le notizie verificate, la condivisione era disinteressata e gli utenti seri e rispettosi... BALLE!


Non è mai esistita alcuna Età dell'Oro. La condivisione accademica è stata una questione di quattro gatti. Le catene di Sant'Antonio e le bufale non sono affare recente. Buona parte di chi condivideva l’ha sempre fatto verificando al massimo i primi due link emersi da una ricerca su Google.


E da che esistono email, board e forum, sono esistiti Spam, Troll e Flame. Il punto è che in tutto questo non c'è assolutamente niente di male, anzi. Probabilmente le più grandi accelerazioni nella diffusione del Web e nel suo radicamento nella nostra vita quotidiana sono arrivate proprio dagli usi più semplici, istintivi e anti-scientifici del mezzo.

Il problema è in noi, e sorge quando ci lanciamo nella ricerca di un paradigma univoco all'interno di un fenomeno complesso come l'insieme degli "usi di Internet". E' il pensiero paradigmatico (per dirla con J. Bruner) che da solo arranca. E muore.

Non so se ci mancherà...


Mi viene da chiamarla "Web cartaceo", questa visione della Rete come il luogo degli autori liberi di scrivere, di mettere in ordine tutto il loro sapere come nuova fonte alla quale un'umanità assetata possa dissetarsi, e il dissetante autore possa gongolare.

Anzi, il ruolo dell'autore sembra sempre più fragile e inadeguato davanti alla complessità e alle potenzialità di una Rete più matura, più popolata e più densamente connessa alla vita "reale" di tutti i suoi utenti.

La condivisione sul Web non può limitarsi solo a ciò che è ponderato, distillato, freddo e calcolato: quello è solo uno dei modi d'uso possibili, una piccola parte delle motivazioni, una scheggia di paradigma. Ciò che ci spinge a condividere un'esperienza, un testo, un'immagine o un contenuto è spesso ben altro: la motivazione non può risiedere nella semplice ragione, o nell'astratta conoscenza. E, soprattutto, non può essere una per tutti.

Ognuno di noi attribuisce alle proprie azioni un senso, ma questo senso nasce sempre e comunque da un punto di vista e sulla base di un interesse individuale. Il senso nasce con l'intenzione, e per questo è una forma di racconto. La sua radice è quel pensiero narrativo che si contrappone al pensiero paradigmatico, e lo completa.

Il rumore che avanza, l'onda che aggredisce la linearità di un uso "accademico" del Web, è l'altra faccia del pensiero emergente che rende possibile un'intelligenza collettiva: l'intenzione emergente. È questa spinta a dare oggi più profondità, variabilità e diffusione alle pratiche d'uso di Internet, e a far sì che questo strumento abbia un così forte impatto sulla società. Solo oggi la Rete è grande e matura abbastanza perché possiamo vederla chiaramente per quello che è: uno strumento profondamente e trasversalmente radicato nel contesto sociale che lo motiva e lo ospita.

Senza i numeri di una massa di lettori "superficiali", e il supporto di un gruppo di editor "casuali", gli autori "rigorosi" e i moderatori "prudenti" non avrebbero potuto rendere Wikipedia il colosso di conoscenza e intelligenza collettiva che è oggi. Il Web non potrebbe vivere solo come intelligenza e conoscenza collettiva, come comunità di autori indipendente dalla comunità dei lettori.

E questi lettori oggi hanno la ferma intenzione di fare un po' come gli pare.
Ringraziando il Cielo...

lunedì 21 gennaio 2013

"I believe in a thing called... Samsung": La contronarrazione Samsung colpisce Apple dritto al cuore del suo "molto più di"


"Wanna see a picture of my cat?" 
"No..."

La Lunga Fila davanti allo Store ammazza il tempo come può. Aspetta fiduciosa di poter mettere le mani sul Nuovo Desideratissimo Modello di Smartphone.

Il Nuovo Modello sarà qualcosa di incredibile.
Il Nuovo Modello sarà qualcosa di mai visto.
Il Nuovo Modello cambierà tutto.

Noi crediamo nel Nuovo Modello.

Ma ecco, qualcosa turba l'attesa. Qualcosa di inaspettato. Qualcosa di diverso.



"I don't know what I believe in anymore..."
Tutto è cambiato. 

Non è solo uno spot. Non contiene solo delle informazioni commerciali. Non cerca solo di attirare la nostra attenzione. Non cerca solo di influire sulla nostra propensione all'acquisto di un prodotto.

In concreto, questo è Corporate Storytelling. Storytelling è qualcosa in più di "dico cose, racconto a gente": è lo studio strategico del funzionamento e dell'efficacia dei racconti. E un racconto efficace è un racconto che fa la differenza, che produce gli effetti per cui è stato progettato.


Anche questo spot (uno di una lunga serie) è un affondo diretto al cuore del mito Apple. Un'offensiva mirata, nella guerra sistematica di Samsung contro la supremazia (narrativa e di mercato) della Mela di Cupertino. Se iPhone è molto più di uno smartphone, Samsung cerca di colpire proprio sul terreno di quel molto più.

Quando i mercati sono in crisi la concorrenza raggiunge i massimi livelli di conflittualità, e ogni vantaggio competitivo può fare la differenza, sul terreno dei non solo e dei molto più si vive o si muore.

La narrazione è il filo rosso che collega le identità e le esperienze individuali ai prodotti, ai brand e alle aziende. E la contro-narrazione è lo strumento per recidere il legame tra i consumatori e un brand, e crearne uno nuovo con un brand diverso.

Fare Corporate Storytelling per organizzazioni, aziende, brand e prodotti non è un moda, né un passatempo, né un'arte, né uno sport.

E' un'emergenza.

(Tratto da: "Corporate Storytelling: perché le aziende oggi devono sapersi raccontare?" - Articolo completo pubblicato su intervistato.com )